Le 220 Caritas diocesane in Italia sono impegnate ogni giorno nell’ascolto dei poveri, nell’osservazione e nell’analisi dei fenomeni di povertà, nel discernimento di azioni e proposte per animare la comunità ecclesiale e la società civile. Proprio su questo ruolo di discernimento per l’animazione si sono confrontati i circa 600 tra direttori e responsabili delle Caritas diocesane e di Caritas Italiana nel loro 33° Convegno nazionale, che si è svolto a Torino dal 22 al 25 giugno, presso il ‘Centro Congressi Lingotto’. Il convegno è stato aperto dal saluto dell’arcivescovo di Torino, Cardinale Severino Poletto e dalla prolusione del presidente di Caritas Italiana Mons. Giuseppe Merisi. Le giornate si aprivano con la Lectio Divina guidata da Enzo Bianchi. «C’è amore di Dio solo là dove c’è amore del prossimo» ci ha detto in un suo passaggio il priore della comunità di Bose mettendo in guardia le Caritas dalle tre grandi ‘arroganze’ che minacciano la carità: dominare anziché servire, possedere anziché condividere, sfruttare l’amore invece di amare. I temi della crisi, delle politiche migratorie, del rapporto guerre-povertà-ambiente, delle prospettive del volontariato, del rapporto economia-bene comune-stili di vita e delle periferie urbane sono stati approfonditi in 6 assemblee tematiche. Mercoledì 25 giugno si è svolta una tavola rotonda, moderata da Alberto Chiara, inviato di Famiglia Cristiana, su ‘La spiritualità delle opere’ con don Luigi Ciotti, fondatore del Gruppo Abele, Ernesto Olivero, fondatore del Sermig (Servizio Missionario Giovani), don Domenico Ricca (presidente Centro Nazionale Opere Salesiane), padre Aldo Sarotto, superiore generale dei Padri della Piccola casa della Divina Provvidenza. Si è poi fatto il punto sugli interventi coordinati da Caritas Italiana in Abruzzo in favore delle persone colpite dal terremoto. A luglio sarà inaugurata a Coppito la nuova sede della Caritas diocesana dell’Aquila, dove è ospitato anche il Centro di coordinamento nazionale, che ‘governa’ gli interventi della rete Caritas nell’emergenza post-terremoto. Nel frattempo tutte le Delegazioni regionali Caritas hanno messo in cantiere un piano di intervento a favore delle popolazioni terremotate e una buona parte ha attivato presenze stabili nelle otto zone in cui è stata suddivisa l’area colpita dal sisma. Accanto a quest’attività di ascolto e di sostegno nella quotidianità, sono già in cantiere opere di ricostruzione: centri di comunità, scuole, edilizia abitativa per soggetti fragili. Il direttore di Caritas Italiana, mons. Vittorio Nozza, ha sintetizzato nell’ultimo giorno le prospettive di lavoro pastorale, indicando i principali criteri di discernimento: l’amore, con una preferenza per i poveri; le beatitudini, la povertà, la via della piccolezza; l’unità, il dialogo sociale e culturale, la nonviolenza. «C’è bisogno – ha sottolineato don Nozza – di uomini e donne capaci di coniugare carità e verità, pronti a non cedere ai compromessi morali, decisi nel rifiutare la menzogna e il vantaggio egoistico», impegnati a «difendere ogni vita, in ogni fase, contro la violenza dell’aborto e la disumanità dell’eutanasia, contro l’abbandono, la dimenticanza e la trascuranza della dignità di tanti volti e storie di povertà; come contro la barbarie del terrorismo e della guerra», così come «contro ogni fenomeno di razzismo e di rigetto dell’altro e dello straniero». I lavori del Convegno si sono chiusi con l’intervento del cardinal Oscar Andrés Rodriguez Maradiaga, presidente di Caritas Internationalis, che ha tra l’altro auspicato, in vista del G8, che «l’ispirazione di Benedetto XVI agisca da pro-memoria per i leader mondiali perché i poveri non possono essere esclusi dai piani per rinnovare l’economia mondiale. Aiutare i poveri non è una opzione da fare solamente in tempi di prosperità, ma una responsabilità morale permanente». Erano presenti al Convegno per la nostra Caritas diocesana il direttore P. Claudio Montolli e Chiara Negri.
Caritas Diocesana