Un ringraziamento a Dio per il ‘dono prezioso del creato’ di cui è stato possibile ‘godere durante il periodo delle ferie’. Ad elevarlo è stato Benedetto XVI che ha dedicato la sua catechesi di mercoledì 26 agosto alla questione ecologica. Una catechesi che cade in un periodo ricco di appuntamenti importanti: il 1° settembre si celebra la 4ª Giornata per la salvaguardia del Creato, indetta dalla Commissione episcopale per i problemi sociali e il lavoro e dalla Commissione episcopale per l’ecumenismo e il dialogo. La Giornata sarà dedicata all’aria. Il titolo infatti riprende un passo del Cantico dei creature di San Francesco d’Assisi: ‘Laudato si’, mi’ Signore… per frate Vento et per aere et nubilo et sereno et onne tempo, per lo quale, a le Tue creature dài sostentamento’. Un’iniziativa nazionale si svolgerà ad Assisi il 15 settembre. Si tratta di un incontro di studio dal tema ‘Natura vivente: comprendere i cambiamenti e le loro cause. Per una conversione ecologica: le Chiese cristiane si interrogano’. L’incontro sarà aperto da una relazione introduttiva di mons. Arrigo Miglio, presidente della Commissione episcopale per i problemi sociali e il lavoro, la giustizia e la pace. Prevista anche una tavola rotonda con rappresentanti delle Chiese protestanti e ortodosse. A livello internazionale, invece, c’è molta attesa per la ‘United Nations Climate Change Conference’, la conferenza indetta dalle Nazioni Unite sui cambiamenti climatici a Copenhagen dal 7 al 18 dicembre. Alla luce di questi appuntamenti, riportiamo un’ampia sintesi della catechesi del Santo Padre.
Preoccupazione per il degrado ambientale. ‘Ci avviciniamo ormai alla fine del mese di agosto – ha detto Benedetto XVI – che per molti significa la conclusione delle vacanze estive. Mentre si torna alle attività quotidiane, come non ringraziare Iddio per il dono prezioso del creato, di cui è possibile godere, e non solo durante il periodo delle ferie!’. Nella sua catechesi, il Papa ha fatto riferimento anche ai ‘differenti fenomeni di degrado ambientale e le calamità naturali, che purtroppo non raramente la cronaca registra’. Da qui un accorato appello alle autorità e alla pubblica opinione, richiamando alla ‘urgenza del rispetto dovuto alla natura, recuperando e valorizzando, nella vita di ogni giorno, un corretto rapporto con l’ambiente’.
La terra è un dono prezioso. ‘La terra – ha proseguito Benedetto XVI – è dono prezioso del Creatore, il quale ne ha disegnato gli ordinamenti intrinseci, dandoci così i segnali orientativi a cui attenerci come amministratori della sua creazione. È proprio a partire da questa consapevolezza, che la Chiesa considera le questioni legate all’ambiente e alla sua salvaguardia intimamente connesse con il tema dello sviluppo umano integrale’. Il Santo Padre ha spiegato che la Chiesa ‘non solo è impegnata a promuovere la difesa della terra, dell’acqua e dell’aria, donate dal Creatore a tutti, ma soprattutto si adopera per proteggere l’uomo contro la distruzione di se stesso’. A tal proposito, Benedetto XVI ha fatto notare che ‘l’uso sconsiderato della creazione inizia laddove Dio è emarginato o addirittura se ne nega l’esistenza’. Se infatti ‘viene meno il rapporto della creatura umana con il Creatore, la materia è ridotta a possesso egoistico’ e lo scopo dell’esistenza ‘si riduce ad essere un’affannata corsa a possedere il più possibile’.
La responsabilità dell’uomo. La questione ecologica, per Benedetto XVI, è intimamente legata alla ‘responsabilità dell’uomo, il quale è chiamato a rimodellare ‘attivamente’ il creato, senza però ‘considerarsene padrone assoluto. L’uomo – ha detto il Santo Padre – è chiamato piuttosto ad esercitare un governo responsabile per custodirlo, metterlo a profitto e coltivarlo, trovando le risorse necessarie per una esistenza dignitosa di tutti’. È infatti ‘grave dovere’ per l’umanità ‘consegnare alle nuove generazioni una terra che anch’esse, a loro volta, potranno abitare degnamente e coltivare ulteriormente’. La catechesi si è conclusa con un appello alla comunità internazionale e ai singoli governi perché ‘sappiano dare i giusti segnali ai propri cittadini per contrastare in modo efficace le modalità d’utilizzo dell’ambiente che risultino ad esso dannose!’, e perché – ha aggiunto il Papa – sappiano agire in ‘solidarietà soprattutto nei confronti delle regioni più deboli della terra’. ‘Perché ciò avvenga è indispensabile convertire l’attuale modello di sviluppo globale verso una più grande e condivisa assunzione di responsabilità nei confronti del creato: lo richiedono non solo le emergenze ambientali, ma anche lo scandalo della fame e della miseria’.