Quaresima: il tempo della Carità. Così si è scelta proprio una domenica (il 7 marzo) di questo tempo specialissimo per chiamare tutti a riflettere sul cammino lungo e difficile che conduce al vero dono di sé ed ad aprire le porte del Centro diocesano della Carità di Foligno, nuova sede della Caritas diocesana e di numerose altre realtà che si impegnano ogni giorno a promuovere e testimoniare l’amore per Dio e per i fratelli.
«Più che un traguardo è un punto di partenza», ha insistito sorridente il vescovo mons. Gualtiero Sigismondi benedicendo Dio e ringraziando tutti coloro che si sono impegnati affinché si realizzasse in tempi brevissimi quella che don Salvatore Ferdinandi, responsabile del Servizio Promozione della Caritas italiana, ha definito «una scelta audace ed importante» da parte della Diocesi di Foligno.
Consegnare l’intero storico complesso di San Giacomo agli operatori della Carità è infatti un segno forte di prossimità per tutti coloro vedono nella Chiesa una madre premurosa ed attenta, soprattutto in questi tempi difficili sul piano economico e ancor più su quello sociale e psicologico. Una struttura ampia dunque, con tante sale e saloni che circondano il chiostro come petali intorno alla corolla e ciascun petalo rappresenta un ambito d’intervento: l’aiuto ai poveri che cercano una parola o un aiuto concreto nel Centro d’ascolto, nella Mensa o nel Dormitorio; il sostegno ai giovani con il Doposcuola e con i Laboratori ‘Impara l’arte…’; la promozione alla vita ed i servizi alle famiglie, con le associazioni il Consultorio e la sede della Pastorale familiare; senza dimenticare gli uffici amministrativi, i servizi per l’integrazione degli stranieri, la formazione dei volontari e la Pastorale Sanitaria portata avanti da varie associazioni.
A testimoniare l’urgenza di essere vicini alla gente e la necessità di sviluppare reti e accordi trasversali, sono stati anche gli interventi all’inaugurazione della presidente della Regione, Maria Rita Lorenzetti, e dei sindaci di Foligno, Nando Mismetti, e di Spello, Sandro Vitali. Se dunque da parte di tutti sono giunti i migliori auguri e la riconoscenza ai volontari per il loro impegno, a monito per difendersi dall’insidia di considerare il volontariato quale ‘tappa-buchi’ del sistema sociale civile, il nostro vescovo ci ha riportato le recenti parole del Papa che sottolineano come il compito principale della ‘pedagogia dei fatti’, a cui deve ispirarsi ogni azione della pastorale a favore dei poveri, è l’essere da pungolo e da stimolo alle istituzioni ed alla comunità a svolgere nel modo migliore i propri compiti.
La partecipazione della cittadinanza è stata calda e numerosissima: la chiesa di San Giacomo era gremita e stretta in un solo cuore davanti al Santissimo, nel momento successivo il chiostro si riempiva di voci e commenti, per concludersi nella visita ai locali e nel festoso momento conviviale per le oltre cinquecento persone intervenute.
Se dunque questo è solo l’inizio, le premesse sono buone e lo spirito di concordia sembra già aleggiare in quella che qualcuno ha voluto chiamare «la cattedrale della carità». L’augurio è che possa realmente essere un buon esempio di come molte membra formino il corpo unico, che è la Chiesa, e che al di là dei locali e degli arredi, quel che si rinnovi ogni giorno è lo sguardo di cura e il sorriso accogliente di chi vi opererà.(a cura di Federica Finauri)
«Più che un traguardo è un punto di partenza», ha insistito sorridente il vescovo mons. Gualtiero Sigismondi benedicendo Dio e ringraziando tutti coloro che si sono impegnati affinché si realizzasse in tempi brevissimi quella che don Salvatore Ferdinandi, responsabile del Servizio Promozione della Caritas italiana, ha definito «una scelta audace ed importante» da parte della Diocesi di Foligno.
Consegnare l’intero storico complesso di San Giacomo agli operatori della Carità è infatti un segno forte di prossimità per tutti coloro vedono nella Chiesa una madre premurosa ed attenta, soprattutto in questi tempi difficili sul piano economico e ancor più su quello sociale e psicologico. Una struttura ampia dunque, con tante sale e saloni che circondano il chiostro come petali intorno alla corolla e ciascun petalo rappresenta un ambito d’intervento: l’aiuto ai poveri che cercano una parola o un aiuto concreto nel Centro d’ascolto, nella Mensa o nel Dormitorio; il sostegno ai giovani con il Doposcuola e con i Laboratori ‘Impara l’arte…’; la promozione alla vita ed i servizi alle famiglie, con le associazioni il Consultorio e la sede della Pastorale familiare; senza dimenticare gli uffici amministrativi, i servizi per l’integrazione degli stranieri, la formazione dei volontari e la Pastorale Sanitaria portata avanti da varie associazioni.
A testimoniare l’urgenza di essere vicini alla gente e la necessità di sviluppare reti e accordi trasversali, sono stati anche gli interventi all’inaugurazione della presidente della Regione, Maria Rita Lorenzetti, e dei sindaci di Foligno, Nando Mismetti, e di Spello, Sandro Vitali. Se dunque da parte di tutti sono giunti i migliori auguri e la riconoscenza ai volontari per il loro impegno, a monito per difendersi dall’insidia di considerare il volontariato quale ‘tappa-buchi’ del sistema sociale civile, il nostro vescovo ci ha riportato le recenti parole del Papa che sottolineano come il compito principale della ‘pedagogia dei fatti’, a cui deve ispirarsi ogni azione della pastorale a favore dei poveri, è l’essere da pungolo e da stimolo alle istituzioni ed alla comunità a svolgere nel modo migliore i propri compiti.
La partecipazione della cittadinanza è stata calda e numerosissima: la chiesa di San Giacomo era gremita e stretta in un solo cuore davanti al Santissimo, nel momento successivo il chiostro si riempiva di voci e commenti, per concludersi nella visita ai locali e nel festoso momento conviviale per le oltre cinquecento persone intervenute.
Se dunque questo è solo l’inizio, le premesse sono buone e lo spirito di concordia sembra già aleggiare in quella che qualcuno ha voluto chiamare «la cattedrale della carità». L’augurio è che possa realmente essere un buon esempio di come molte membra formino il corpo unico, che è la Chiesa, e che al di là dei locali e degli arredi, quel che si rinnovi ogni giorno è lo sguardo di cura e il sorriso accogliente di chi vi opererà.(a cura di Federica Finauri)