Consiglio Pastorale Diocesano
23 aprile 2015
Verbale
Oggi 23 Aprile 2015 alle ore 21 presso il Seminario Vescovile si è riunito il Consiglio Pastorale Diocesano presieduto dal Vescovo Mons. Gualtiero Sigismondi per discutere il seguente Ordine del Giorno:
- Preparazione al Convegno Ecclesiale Nazionale di Firenze
Svolge la funzione moderatore il sig. Francesco Savi, verbalizza la sig.ra Maria Chiara Giacomucci.
Risultano assenti ingiustificati: Antonelli Gianluca, Antonini Anacleto, Benna Mario, Bonollo Luigi, Capoccioni Angelo, Casini Diego, Cristiano Antonio, Fanelli Rita, Felice Carlo, Fioriti Maria, Grieco Claudia Maria, Mancinelli Eros, Marchi Franco, Masciotti Mauro, Passalacqua Rossella, Pollice Stefano, Saveri Luca, Tufo Michele, Ventura, Zampa Giovanni.
Sono assenti giustificati: Bibi Maria Letizia, Camilli Paolo, Cesarini Dante, Roscini Vitali Ivana, . Si allegano al presente verbale le firme di presenza.
Il moderatore informa sulle modalità della riunione: una prima parte, collegiale, in cui verrà ascoltata la relazione di Antonio Nizzi circa le ultime informazioni sulla preparazione del Convegno, ed una seconda parte in cui il consiglio si dividerà in tre gruppi secondo le “cinque vie” proposte nella traccia preparatoria al Convegno:
- I gruppo (Uscire – Annunciare)
- II gruppo (Abitare – Educare)
- III gruppo (Trasfigurare)
Antonio Nizzi ricorda che il suo è il terzo intervento sul Convegno di Firenze, che molto è già stato detto e che quindi la sua relazione riguarderà le ultime novità.
Il Convegno ha come chiave di lettura della realtà l’Enciclica Evangelii Gaudium; non sarà un convegno teologico-antropologico, né verranno fatte analisi socio-religiose, non ci saranno infatti relazioni: ci saranno tre convegni preparatori (di cui uno a Perugia), il convegno si aprirà con l’intervento del Papa, seguiranno due brevi introduzioni ai lavori, poi ci si dividerà in gruppi per scambiarsi, buone pratiche ed avviare prospettive nuove.
La traccia del Convegno è pensata per i laici impegnati e per gli operatori pastorali, ma sul sito ci sono diverse schede per “mediare” la traccia e renderla oggetto di riflessione per tutto il popolo di Dio. Queste schede e anche molto altro materiale sono presenti nel sito.
Dopo una breve presentazione della traccia, il prof. Nizzi propone che nella divisione in gruppi si rifletta sulla realtà della nostra diocesi individuando delle “parole chiave” per ogni via.
Il Consiglio pastorale si divide nei tre gruppi sopra indicati. Di seguito la relazione conclusiva dei gruppi:
I gruppo:
Il gruppo dopo una breve discussione introduttiva sui temi ha ritenuto che essi potessero essere trattati insieme nella discussione in quanto estremamente connessi tra loro.
Alcuni hanno raccontato le esperienza già in atto, nelle parrocchie e nelle associazioni, relativamente al tema dell’uscire e annunciare o uscire per annunciare.
Si riporta la sintesi degli interventi.
- Bisogna adottare un stile rinnovato per presentarci agli altri, improntato su un approccio propositivo e non impositivo, aprendo ancora di più il dialogo con le altre religioni presenti nel territorio con particolare riferimento all’Islam.
- Uscire verso dove? Rileggendo i documenti postumi del Concilio si può vedere che viene delineato un fronte di impegno forte su cui convogliare risorse e attenzione, quello dell’impegno politico dei cristiani. Questo oggi potrebbe essere definito, secondo le parole del Papa, il luogo in cui la puzza delle pecore è più forte, il luogo in cui ci si deve sporcare le mani.
- Al punto precedente si potrebbe eccepire che se i cristiani fossero effettivamente fedeli alla Verità, sarebbero già per loro natura totalmente impegnati nel mondo, compresa la politica. Forse abbiamo difficoltà ad uscire perché manca la spiritualità profonda che dovrebbe guidarci. Sembra che si viva una vita parallela, da una parte l’essere cristiani ed il magistero e dall’altra parte la vita di tutti i giorni.
- Per uscire e annunciare senza far chiudere le persone che incontriamo bisogna abbandonare prima l’atteggiamento di avere tutte le certezze, bisogna mettersi in discussione. Bisogna mettersi in ascolto dell’altro, senza pretendere di portare noi Cristo, ma cercarlo insieme. Grande importanza riveste la testimonianza fatta con la vita, che passa attraverso la delicatezza dell’incontro tra persone.
- La nostra Chiesa si presenta all’esterno ancora legata a molti tradizionalismi e chiusure; c’è sempre, a tutti i livelli, una grande difficoltà di cambiare.
Si allega l’intervento scritto di Rita Schoen.
II gruppo:
- Abitare: Si riflette sul verbo “abitare”, che significa sentirsi parte, sentirsi “a casa” in ogni ambiente, sentirsene responsabile. Si riflette sulle parrocchie: sono capaci di rinnovarsi? sanno presentare esperienze (ad esempio le comunità familiari di evangelizzazione, le Caritas parrocchiali) capaci di far sentire la loro presenza sul territorio? Sono capaci di rinnovarsi? L’abitare è proprio del laici, se questi restano all’interno della parrocchia non abitano il territorio.
Abitare significa testimoniare, essere capaci di relazioni autentiche, occorre coraggio e fiducia nell’accompagnamento di Dio.
La nostra chiesa locale è stata in passato capace di “abitare” in mezzo alla gente, quindi sappiamo che è possibile, che siamo in grado di farlo; forse ci siamo un po’m chiusi, ma segni positivi ci sono: ad esempio il progetto Cittadini del Mondo e l’Emporio Solidale.
Occorre fare scelte, occuparsi di chi è già “dentro”, ma guardare anche chi resta “fuori”; occorre anche ricominciare, come cristiani, ad abitare la politica.
- Educare: significa costruire relazioni vere, essere capaci di dialogo, guardare all’altro come lo guarda Dio, prendersi cura, chinarsi sulle situazioni, ascoltare non solo i singoli, ma anche la cultura, l’ambiente.
Occorre ricominciare a tessere alleanze educative: noi laici ci siamo “chiamati fuori” dagli ambienti educativi.
III gruppo:
- Trasfigurare. Le comunità cristiane sono “trasfigurate”, cioè nutrite e trasformate nella fede grazie alla vita liturgica e sacramentale e grazie alla preghiera. Poiché la vita liturgica è la fonte della vita cristiana, appare evidente l’importanza del curare le celebrazioni. Esse, tuttavia, sono talvolta lontane dal sentire dell’assemblea, non la coinvolgono, non risentono della presenza di un gruppo liturgico che possa prepararle, non vedono la partecipazione delle famiglie. Anche le omelie sono spesso preparate in fretta e con scarsa attenzione per le tecniche di comunicazione.
- In particolar modo, tuttavia, si mette in luce la sempre minore intensità con cui si vive il giorno del Signore, ridotto ad un giorno come gli altri e in cui le famiglie non partecipano più unite alle celebrazioni.
Conclusasi la discussione dei gruppi, dopo una breve relazione su quanto è emerso dalle riflessioni fatte, il Vescovo prende la parola per concludere la seduta, affermando che occorre fare una scelta ed individuare quale di queste vie ha più bisogno di essere percorsa nella nostra diocesi. Una volta individuata è necessario avviarsi su quel percorso a partire dalla prossima Assemblea diocesana.
Dopo una breve relazione sul lavoro dei due gruppi la seduta è tolta alle ore 22,45.
Il segretario
Maria Chiara Giacomucci