Questo è il tema specifico affrontato, questa mattina mercoledì 3 aprile, dagli studenti delle classi terze e della pluriclasse di Colfiorito dell’Istituto comprensivo di Belfiore nell’ambito del Progetto Cittadini del Mondo nell’area “Abbattere muri per costruire ponti” promosso dalla Diocesi di Foligno con il supporto degli operatori Stefano Emili e Marta Rossi dell’Associazione Il Girasole di Sant’Eraclio. Perché si parte? Perché si affronta il mare in condizioni disumane rischiando una morte atroce? A queste domande si è tentato di dare una risposta ascoltando le storie di chi è riuscito ad attraversare il mar Mediterraneo arrivando in Europa dopo esser sopravvissuto alle torture dei carcerieri delle prigioni libiche. Con gli studenti si è cercato di mettersi letteralmente nei panni degli altri, in questo caso quelli dei rifugiati che sono costretti a lasciare il proprio Paese imbarcandosi su piccole navi. Attraverso una valigia di cartone gli studenti hanno pensato un loro viaggio immaginario in un paese sconosciuto. La valigia è un contenitore metaforico, che raccoglie memorie e ricordi. A volte si tratta di ricordi legati a oggetti particolari, altre volte di memorie di una vita che in una immaginaria valigia vengono messe da parte con cura perché siano con noi durante i nostri viaggi. Nella valigia ci sono spazzole, quaderni, dentrificio, penna, foto di famiglia, carta d’identità, pila, lampada, cellulare. …. tutti oggetti che raccontano la lunga strada che hanno fatto queste persone per arrivare in Europa, cose che si sono portate dietro da casa o che hanno comprato lungo il tragitto oppure gettato volontariamente o perso con dispiacere. Mettersi nei panni migranti non significa sostituirsi o assumere le emozioni altrui ma conoscere quelle motivazioni che ti portano a scappare dalla propria terra d’origine e cercare speranza per una vita bella e migliore.