Spesso i talenti dei giovani “non vengono riconosciuti”, rimangono “sepolti nel deserto” o “nella palude della nostra società”. È l’amara constatazione del Card. Gualtiero Bassetti, Presidente della Cei, che nella mattinata del 19 agosto è intervenuto a Rimini alla 40° edizione del Meeting per l’amicizia tra i popoli. “Ho purtroppo la netta sensazione che il nostro Paese non riesca minimamente a valorizzare i talenti, le capacità e le attitudini dei nostri giovani”, ha lamentato il Card. Bassetti ricordando che “in moltissimi casi ci troviamo di fronte a delle persone che vivono un profondo ‘non senso’ esistenziale perché non riescono ad intravedere il futuro”. Secondo il Presidente della Cei, “è triste quel Paese che non sa dare speranza ai propri figli” e che “non sa progettare il futuro, che non riesce a sanare le ferite della propria storia”.
Sono moltissimi, ha osservato il Cardinale, i ragazzi che “hanno voglia di mettersi in gioco, che hanno desiderio di mostrare le proprie capacità e di applicare quello che hanno studiato, ma hanno perso la speranza di trovare un ruolo e un posto in questa società avida e arida”. “Hanno perso cioè – ha spiegato – la speranza di trovare un lavoro degno che non sia fatto solo di precarietà e umiliazioni quotidiane”. Ormai da tempo, ha continuato, “si è sviluppato un fenomeno di cui si parla poco sui media: l’incremento costante dell’emigrazione dei giovani italiani all’estero”. I motivi di questo “sono molti ed estremamente complessi”, ha rilevato il Presidente della Cei per il quale si registra “lo sviluppo progressivo di una società vecchia e immobile”. “Vecchia – ha chiarito – non solo per l’età quanto per lo spirito. Uno spirito di corporazione e conservazione che fa sopravvivere consorterie e oligarchie, amicizie e spirito di clan”.
Di fronte a tutto ciò, il Card. Bassetti ha dunque rivolto ai giovani e alle loro famiglie un invito: “alziamoci, facciamolo insieme, senza paura, con coraggio e gioia pura”.