Venerdì 6 dicembre un gruppo di partecipanti alle conferenze di formazione del Progetto Cittadini del Mondo sul tema della bellezza in ambito educativo, promosso dalla Diocesi di Foligno, si sono recati a Roma per immergersi nei temi della creatività, del sogno, dell’interiorità e della bellezza in campo educativo attraverso la mostra dell’artista contemporanea Maria Lai (1919-2013), tra le voci più singolari dell’arte italiana contemporanea, dal titolo “Tenendo per mano il sole”. “L’arte è il gioco degli adulti” è il titolo di una delle sezioni della mostra dove vengono presentati lavori apparentemente molto diversi fra loro, spesso concepiti come veri e propri giochi, però accomunati dal desiderio di suscitare, in chi li guarda e li utilizza, un rinnovato senso di intimità rispetto all’opera d’arte. Con questa ricerca l’artista rimette in discussione le potenzialità dell’immaginazione come base di ogni processo di apprendimento e conoscenza. “L’uomo– sottolinea infatti l’artista sarda – deve elaborare sogni impossibili e tutti siamo chiamati ad esercitarsi a sognare per fare nascere la felicità“. Il percorso, nelle magnifiche sale del Museo di arte contemporanea, si snoda in cinque sezioni, che prendono il nome da citazioni o titoli di opere di Maria Lai, mentre nel sottotitolo vengono descritte modalità tipiche della sua ricerca; ogni sezione è accompagnata dalla voce di Maria Lai attraverso un montaggio video di materiali inediti realizzati dal regista Francesco Casu. Per Maria Lai è importante “concepire la creatività come forma di dono e di relazione” con le persone a lei vicine, siano esse figure a cui è legata da un intimo rapporto affettivo o intellettuale, o poeti e filosofi a cui si sente accomunata. Da qui la presenza nei titoli dei “Libri cuciti” di citazioni di testi e di poesie amate, così come la pratica di regalare queste opere, nate nell’intimità domestica in un rapporto quotidiano con la materia di cui sono composte. Interessante la sezione dal titolo “Il viaggiatore astrale. Immaginare l’altrove” dove l’artista inizia una ricerca a partire della fine degli anni Settanta e portata avanti dalla Lai nei decenni successivi che vede nello sguardo verso l’altrove un ulteriore stimolo per la sua pratica artistica. Questi lavori, spesso realizzati a contrasto su fondi scuri o chiari, sembrano invitare a scoprire altri mondi e a inventare nuove cosmogonie. Mappe, cartigli, forme geometriche che alludono a stelle non ancora conosciute raccontano di universi lontani, ma forse raggiungibili con l’immaginazione. “Essere è tessere” e per Maria Lai le tele cucite diventano metafora della vita umana tesa a trovare nell’arte una possibilità di relazione fra il sé interiore e il mondo esterno.