Mons. Sigismondi: messaggio e preghiera di affidamento a Maria

In un momento così delicato per la vita del nostro Paese mi rivolgo a voi, fratelli e sorelle carissimi, attraverso i mezzi di comunicazione sociale della Diocesi. Il sentimento di pericolo, di precarietà, di isolamento che tutti sperimentiamo mette a dura prova il nostro animo, che non può rinunciare a tenere viva la speranza. Noi siamo “prigionieri della speranza” e non “carcerieri”! Lo ricordava il profeta Zaccaria (cf. 9,12) in un momento delicato della vita di Israele.

In forza della tutela della salute pubblica la Chiesa che è in Italia ha accettato responsabilmente di celebrare la Messa “pro populo”senza il popolo. Sebbene Dio “non leghi la sua grazia ai soli sacramenti”, il “digiuno eucaristico” ci fa sperimentare la testimonianza dei martiri di Abitene: “Senza la Domenica non possiamo vivere”.

La “quarantena” di questa Quaresima ci sollecita a convertirci a uno stile di vita più sobrio. I tanti “no” che i decreti della Presidenza del Consiglio dei Ministri impongono sottintendono il “sì” al bene comune. La raccomandazione di rimanere a casa ci aiuti ad ascoltare il silenzio, a riservare una speciale cura per la vita interiore e a riscoprire i rapporti familiari.

Il ponte più vulnerabile e insieme più necessario è quello della stretta di mano: nelle circostanze attuali non possiamo compiere questo gesto. Si tratta di una dolorosa rinuncia, di una necessaria astinenza, che ci può aiutare a riconoscere che l’uomo non è chiamato ad alzare muri. La Vergine Maria, “Ponte incrollabile” tra il Figlio di Dio e l’umanità sofferente, ci ottenga dal Figlio suo la grazia di vivere questa Quaresima, così austera, “protesi alla gioia pasquale”.

 

Preghiera alla Madonna del Pianto

Sotto la tua protezione cerchiamo rifugio, Vergine Maria del Pianto: distilla le nostre lacrime nella “fornace ardente” del Cuore del Figlio tuo.

Ti consegniamo le lacrime procurate dal flagello del coronavirus: veglia sull’incolumità delle nostre famiglie e fa’ che la presente trepidazione si trasformi in gioioso ringraziamento. 

Ti presentiamo le lacrime che “grondano notte e giorno, senza cessare”, dagli occhi di chi ha perso una persona cara: ispira loro il silenzio, pieno di attesa, del Sabato santo.

Ti preghiamo per chi, carico di anni, è visitato dal pianto della solitudine e dell’abbandono: fa’ che il loro cuore desolato sia rianimato da intrepidi operatori di misericordia.

Ti mostriamo le lacrime miste a sudore dei medici e di tutti gli operatori sanitari: lenisci la loro fatica, mirabile segno di una carità concreta, generosa e senza limiti di tempo.

Ti chiediamo di assistere con la tua sapienza coloro che governano la comunità civile: apri i loro occhi, perché cercando il bene comune non trascurino le lacrime dei poveri.

Ti confidiamo la preoccupazione per le pesanti conseguenze economiche dell’attuale emergenza sanitaria: fa’ che a nessuno manchi il pane, la casa e il lavoro.

Ti supplichiamo per chi, in lacrime, è costretto a lasciare la propria terra assediata dalla guerra e stremata dalla fame: aiutaci a non distogliere lo sguardo dal popolo siriano.

Ti affidiamo chi sperimenta che senza l’Eucaristia non è possibile vivere: lubrifica i loro occhi con il “collirio” della Parola e la contemplazione dei misteri del Rosario.

Sotto la tua protezione cerchiamo rifugio, Consolatrice degli afflitti: a te il Figlio tuo ha riservato i diritti d’Autore sulle nostre lacrime.

 

Foligno, 13 marzo 2020

 

+ Gualtiero Sigismondi