Questa sera alle ore 18.00 la Diocesi di Foligno celebrerà la Santa Messa dalla Chiesa del SS. Nome di Gesù, Unità pastorale Paolo VI, e che verrà trasmessa in streaming sulle pagine Facebook dei mezzi di comunicazione della Diocesi: Diocesi di Foligno, Rgunotizie.it, Gazzetta di Foligno, Radio Gente Umbra.
La Messa sarà disponibile anche attraverso il sito della Diocesi di Foligno: www.diocesidifoligno.it
In ottemperanza alle disposizioni del Dpcm dell’8 marzo 2020, tutte le celebrazioni eucaristiche della regione sono infatti sospese fino al prossimo 3 aprile.
Cenni storici
La chiesa del SS. Nome fu la prima chiesa voluta dal vescovo Siro Silvestri. Un decreto vescovile del 1957 stabilì nella zona a nord di Foligno la parrocchia del SS. Nome, riconosciuta civilmente il 16 aprile 1958. Nel biennio 1957-1958 fu costruita per prima la casa parrocchiale, in cui una grande sala servì temporaneamente da chiesa. Architetti della casa furono il prof. Giulio Roisecco e l’architetto Vincenzo Bacigalupi dell’Università ‘La Sapienza’ di Roma.
Poi sorse la chiesa, con annessa sacrestia e battistero; architetto fu ancora Vincenzo Bacigalupi, il quale costruì un edificio che poteva contenere comodamente cinquecento persone. La consacrazione della chiesa avvenne il 23 maggio 1963. Nel 1964 questa parrocchia contava 1420 persone, nel 1985 salì a 3225 anime; nel 2010 è ancora salita a 4300 anime. Il primo parroco fu Don Novello Gammaidoni (1917-1990), nominato con bolla vescovile del I maggio 1960, rimasto parroco fino 1987; può essere considerato il fondatore di questa comunità. Questo sacerdote coltivò anche il progetto di una radio cattolica regionale, per cui nel 1976 fondò l’emittente radiofonica Tele-Radio «Gente Umbra», poi ridimensionata a livello diocesano.
Nel 1964, in occasione della seconda Visita pastorale del vescovo Siro Silvestri, Don Novello rilevò il carattere misto della popolazione, formata da impiegati, operai, contadini; aggiunse che dal punto di vista politico, prevaleva l’adesione ai partiti di sinistra; lamentò che quasi la metà dei morenti non riceveva tutti gli ultimi sacramenti, ma soltanto l’“estrema unzione”. Erano rilievi che valevano per molte altre comunità della periferia cittadina.
La nuova chiesa del SS. Nome fu abbellita con un artistico Crocifisso, opera di Francesco Costantini (1641), proveniente dalla Chiesa cittadina del Gonfalone. Il campanile ospitò anche due campane del Santuario della Madonna del Pianto, distrutto dal bombardamento del novembre 1943. Recentemente questo edificio sacro è stato notevolmente ampliato e quindi riaperto al culto il 23 dicembre 2000. I locali parrocchiali per il catechismo sono stati quasi raddoppiati. Poi si sono aggiunti i lavori per il restauro e l’ampliamento della casa parrocchiale, iniziati nel 2008. Una bella pittura dell’artista locale Sergio Marini, rappresentante la morte e resurrezione di Gesù Cristo, è venuta ad abbellire l’abside e fa da sfondo al Crocifisso del Gonfalone.
Dal 1987 è parroco Don Dino Ambrogi; collaborano con lui il vicario parrocchiale D. Roy Antony Valiyaparambil e il diacono permanente Paolo Mancinelli.
Nel territorio di questa parrocchia è compresa anche la chiesetta della Madonna di Fiamenga, che sta come a guardia della città verso settentrione; qui si conserva una delle più belle opere di Pierantonio Mezastris, risalente ai primi anni del Cinquecento. Un’altra cappella si trova a Spineto, non distante dal centro parrocchiale, ed è di proprietà privata.