Oggi, giovedì 30 aprile 2020 alle ore 18.00, la Diocesi di Foligno celebrerà, in assenza di popolo, la Santa Messa dalla Chiesa di S. Maria della Vittoria o di Costantinopoli in Fiamenga, Unità pastorale San Giovanni Paolo II. La liturgia verrà trasmessa in streaming sulle pagine Facebook dei mezzi di comunicazione della Diocesi: Diocesi di Foligno, Rgunotizie.it, Gazzetta di Foligno, Radio Gente Umbra.
La Messa sarà disponibile anche attraverso il sito della Diocesi di Foligno: www.diocesidifoligno.it
Cenni storici
Questa Chiesa è situata nel centro del paese, ed è distante circa 200 metri dalla Chiesa Parrocchiale. Di essa non conosciamo la data di erezione, ma è certo che, almeno nella forma primitiva, doveva esistere fin dal mille, poiché era una di quelle Chiese antiche, comprese nella Plebs de Filecto, citate nella Bolla del Vescovo Bonfilio del 1078, e mentre la Chiesa Parrocchiale dipendeva dal Capitolo di S. Feliciano, questa era una di quelle immediatamente soggette al Vescovo di Foligno. Aveva ancora un reddito proprio, che nel 1295 ascendeva a 124 libre, provenienti da beni situati in Grume, in contrata vie stride e in contrata philecti.
In origine era più piccola dell’attuale e forse anche ad un piano inferiore.
Dalle impronte, che le sovracostruzioni hanno pure rispettato, ci è dato sapere anzi che la porta d’ingresso era all’opposta parete dell’attuale, ciò che fa supporre essere la Chiesa racchiusa con le case antiche tra le mura di un Castello.
Una finestra primitiva, a gradini, e con ancora visibili i fori incavati, in cui si aggiravano i cardini dell’imposta, ed una porta laterale, furono rinvenute e rimesse alla luce pochi anni or sono, come pure nell’interno fu liberata dall’ intonaco tutta la cortina di pietra concia, appartenente alla Chiesa originale.
Il titolo della Chiesa era dapprima S. Maria de Filecto e tale viene conservato fino al 1655.
Da quest’epoca cominciò ad essere chiamata Chiesa di Maria SS. di Costantinopoli o delle Vittorie, per l’immagine dipinta a tempera nell’altare e raffigurante una delle solite Madonne bizantine, dette di S. Luca.
Di essa si fa menzione in tutti gli atti delle Visite Pastorali dei Vescovi di Foligno, dal 1573 in poi, anzi in alcuni documenti se ne parla come di Chiesa Parrocchiale unita a quella di S. Giovanni, ed il Parroco di Filetto ne prendeva possesso come di Chiesa propria.
Questo fa ritenere che la Chiesa di S. Maria delle Vittorie dovette essere la prima Chiesa Parrocchiale di Fiamenga, allora Filetto.
L’architettura è a muro liscio, fatto di pietra d’ Assisi, con copertura a trasanne, a modo primitivo.
La Chiesa misura metri 11 di lunghezza e metri 4,70 di larghezza, con un solo altare.
Intorno alle pareti e sopra l’altare sono dipinti diversi affreschi ed encausti del 400, tutti di buona mano della scuola umbra. Eccone la descrizione, cominciando dalla destra di chi entra:
1. – È un affresco appena scoperto raffigurante San Pietro Martire, vestito del saio domenicano, con le mani sorregge la palma del martirio e un libro, in testa ha la roncola conficcatagli dagli eretici.
2. – Questo dipinto è alquanto sbiadito e poco risultante, forse per il cattivo materiale adoperato. Raffigura l’Incoronazione della Vergine per mano di Gesù, ambedue chiusi in una ghirlanda sorretta da angeli che volano. E’ una copia dei tanti che si trovano dappertutto.
3. – Il terzo affresco é anch’esso appena scoperto come il primo. Deve rappresentare la Vergine che allatta il Putto, di graziose movenze.
4. – E’ un bellissimo affresco, ben conservato, che rappresenta S. Bernardino da Siena con un libro in mano e un giglio dall’altra. Ha ai piedi le tre mitre simboliche delle tre rinunzie.
5. – E’ il dipinto a tempera dell’altare. Rappresenta la Vergine ed il Bambino di stile bizantino. E’ una copia delle solite Madonne di S. Luca, un po’ ingrandita, e aggraziata dal rinascimento. Notevole l’espressione del volto della Vergine, dagli occhi grandi a mandorla, pieni di dolce soavità. Vi si legge sotto : La fatta dipingere Margarita per lassita di Belardino di Menico dalli Cuocchi suo marito. A. D. 1600.
6. Altro affresco ben conservato è quello di S. Cristoforo con il Bambino sulle spalle.
7. – Questo dipinto è il più preservato dalle ingiurie del tempo. Vi si vedono S. Giacomo e S. Amico con il fedele cagnolino. Porta la data 1454, e la scritta: S. Iacopo – S. Amicho.
Sotto questo affresco ne affiora un’altro più antico, di cui non potrà conoscersi l’entità senza la rimozione del soprastante.
8. – L’ultimo affresco è grandioso ma alquanto sbiadito. Raffigura la Madonna con il Bambino e S. Caterina a sinistra. E’ della maniera giottesca e adorno di grande espressione.
Vi leggiamo sotto : « S. Maria Mater Domini….. nostris reconcilia »
Questa Chiesa, che per l’importanza storica ed artistica, meritava di essere meglio conservata, per il passato fu lasciata troppo negletta, tanto che nel 1921 precipitò quasi tutto il tetto. A tanta iattura si rimediò l’anno dopo ed il 2 settembre 1922 si poté riaprire al culto completamente restaurata.
Fu in questa occasione rifatto anche il campanile pericolante, ma anziché da un lato come prima, fu ricostruito sul culmine della facciata, come qualche volta si vede nell’uso romanico.
Precedenti restauri furono fatti nel 1789. Allora fu rifatto anche l’altare, sotto la cui pietra consacrata fu trovata una pietra in quadro perfetto, forse l’antico altare.
Nel 1839 dopo i terribili terremoti che ne sconquassarono le mura, fu ancora restaurata, ricostruito il campanile con l’aggiunta di una nuova campana.