Lunedì18 ottobre la Chiesa celebra la festa liturgica di S. Luca patrono dei medici e dei chirurghi. Per l’occasione l’Ufficio per la pastorale della salute della Diocesi di Foligno propone alle ore 17.00 presso il salone parrocchiale della Chiesa di S. Paolo, in via del Roccolo n° 30 in Foligno, un convegno sull tema “Medici, personale sanitario e malati, in tempo di COVID “.
Interverranno il Dott Piergiorgio Tacchi Endocrinologo presso USL Umbria 2, Dott Fabio Ermili Medico chirurgo presso USL Umbria 2. A seguire la testimonianza di chi ha vissuto il COVID con Fratel Leonardo De Mola della comunità religiosa dei Piccoli Fratelli di Jesus Caritas. Modera Dott. Paolo Cappotto Medico chirurgo USL Umbria 2.
Parteciperà all’incontro anche il Vescovo della Diocesi di Foligno Mons. Domenico Sorrentino che al termine celebrerà la Santa Messa. L’ufficio della pastorale della salute si auspica con questo primo incontro di riprendere le attività dell’ufficio in collaborazione di esperienze con l’ufficio omonimo della Diocesi di Assisi, Gualdo Tadino, Nocera Umbra.
L’Evangelista S. Luca nacque in Antiochia di Siria, dà genitori pagani. Imparò la scienza medica e, allo scopo di perfezionare le sue cognizioni, intraprese diversi viaggi nella Grecia e nell’Egitto. Si portò poi a Troade per esercitarvi la sua professione: ma qui il Signore l’attendeva per un’altra missione più grande. Essendo passato di là l’apostolo Paolo a predicare il S. Vangelo, Luca, conquistato dalla verità, volle seguirlo nel sacro ministero e gli fu compagno fedelissimo fino alla morte. Verso il 60, mentre S. Paolo si trovava prigioniero a Cesarea, Luca scrisse, per divina ispirazione, il terzo Vangelo in lingua greca, che si distingue per la sua chiarezza ed eleganza. Questo Vangelo è dedicato a Teofilo, che era un famoso cristiano di Antiochia, ma nello stesso tempo è indirizzato a tutti i Cristiani e a tutti quelli che vogliono salvarsi, siano essi ebrei o pagani: il regno di Dio è aperto a tutti. Egli voleva dimostrare la bontà e la misericordia di Dio, e perciò racconta gli episodi e le parabole più commoventi. Eloquentissime sono le parabole del buon samaritano, della pecorella smarrita, del fariseo e del pubblicano, di Zaccheo e del figliuol prodigo, che ci manifestano l’infinita misericordia di un Dio morto per noi sulla croce e che perdona agli stessi suoi crocifissori: « Padre, perdona loro, perché non sanno quel che fanno ». Il santo evangelista si diede anche alla predicazione ed evangelizzò la Macedonia, la Dalmazia, l’Italia e la Gallia. Durante la prigionia di S. Paolo in Roma scrisse gli « Atti degli Apostoli » in cui narra la storia dei primi anni della Chiesa e particolarmente i viaggi di S. Paolo. Ma la tradizione ci dice che S. Luca, oltre che medico, era pure pittore. Devotissimo della Madonna, è tra gli Evangelisti quello che ne parla più diffusamente. Non può non averla vista, non averle parlato: lo dimostrano anche le belle immagini della Vergine che ci furono tramandate sotto il suo nome. Mori nella Bitinia, all’età di 84 anni. Le sue venerate spoglie vennero deposte nella città di Costantinopoli, assieme a quelle di S. Andrea, nella basilica dedicata ai dodici Apostoli. Giunsero poi a Padova, dove tuttora si trovano nella Basilica di Santa Giustina. S. Paolo lo chiama « medico carissimo » e « fratello, la cui Mele è nel Vangelo ». Il suo simbolo è un toro alato, perché il primo personaggio che introduce nel suo Vangelo è il padre di Giovanni Battista, Zaccaria, sacerdote del tempio e responsabile del sacrificio di tori.