Dal 21 gennaio in occasione dei festeggiamenti del S. Patrono Feliciano il Museo Capitolare Diocesano, che trova sede proprio accanto alla Cattedrale, espone una tela unica e mai vista fino ad ora dai Folignati proveniente dal Monastero delle Clarisse di S. Caterina.
Il complesso monumentale costituito dal Monastero di santa Caterina e dall’antica chiesa di San Sebastiano è caratterizzato da una suggestiva sequenza architettonica medievale in cui tutt’ora si conservano numerose opere mobili, in larga parte pittoriche, dimostrazione tangibile della fede e della spiritualità delle sorelle che in quel luogo hanno dimorato per più di un secolo.
Tra le attestazioni più importanti si conserva una tela attribuita al bevanate Andrea Camassei, raffigurante Santa Caterina. La grande tela secentesca con Santa Caterina, che con tutta probabilità̀ proviene dall’altare maggiore della chiesa di Santa Maria Infraportas, rappresenta una delle testimonianze artistiche più importanti del monastero folignate. L’opera dell’artista, originario della limitrofa Bevagna, diventato celebre grazie alla sua esperienza romana alla corte di Urbano VIII Barberini, è forse l’unico dipinto superstite tra quelli eseguiti dal pittore per Foligno.
La raffigurazione della Santa martire, fulcro della piccola esposizione situata al primo piano del Museo Capitolare Diocesano di Foligno, aderisce ai modi propri del classicismo seppur riformato in termini più castigati. Si contraddistingue per l’impianto scenografico barocco fondendosi con il caratteristico temperamento dell’arte neoveneta ed è al contempo ricca di suggestioni reniane.
Con la speranza che un pronto intervento di restauro possa restituire piena leggibilità al dipinto ci auguriamo che l’attenzione sulle opere del monastero di Santa Caterina possa contribuire alla loro salvaguardia e alla loro tutela per la trasmissione alle generazioni future.
La tela esposta è anche una preziosa occasione per tutti i folignati per scoprire il Palazzo dei Canonici che custodisce il Museo, e soprattutto per scendere, proprio nei giorni della festa del Patrono della Città, nella splendida Cripta che ne custodisce le reliquie.