Preghiera con icona biblica, orientamenti pastorali e lineamenti sinodali a cura del professor Antonio Nizzi, lavori di gruppo, conviviale, plenaria sul giubileo 2025 e comunicazioni del vescovo monsignor Domenico Sorrentino, sono stati I punti all’ordine del giorno della riunione del consiglio pastorale delle diocesi sorelle di Assisi – Nocera Umbra – Gualdo Tadino e di Foligno, che si è tenuto venerdì 25 ottobre pomeriggio al Centro Fratelli tutti a Foligno.
Durante il suo intervento il vescovo ha anticipato che per l’anno prossimo, per il programma pastorale dell’anno, desidera “che si ritorni su quello che si è scritto”. “La mia impressione – ha detto – è che con i documenti facciamo spesso delle bellissime analisi, ma non riusciamo nemmeno a leggerli”. Il vescovo ha poi parlato di “una delle cose che è scritta nel documento che fa da base ai prossimi step sinodali e cioè, della necessità di una ‘cura dimagrante’ per le strutture ecclesiali”. “Io – ha detto – ho scritto una lettera per il Sinodo, che è stata anche data ai partecipanti al Sinodo universale, in cui ho chiamato questa cura dimagrante ‘sinodalità della spogliazione’: la inquadro dentro la spiritualità assisana e ritengo che sia qualcosa di importante sia sul piano pratico che sul piano spirituale. Se non ci alleggeriamo e non diamo a questa leggerezza il colpo d’ala dello Spirito non andiamo molto avanti. Tutto ormai deve essere missionario: sono le parole di Papa Francesco che io sottoscrivo. Tutto ormai ridiventa missionario. Da sempre la chiesa è missionaria, ma oggi per mille motivi lo è ancora di più”.
Il vescovo dopo essersi soffermato su alcuni punti degli orientamenti pastorali 2024-2025 consegnati a settembre, ha spiegato che “non siamo nel cambiamento d’epoca che ci impone una progettualità leggera ed efficace”. La progettualità deve essere strategica: una progettualità che implica tutto. Infine monsignor Sorrentino si è soffermato sulla “riforma della Curia in senso circolare con spicchi che si aprono. Non sono gli spicchi dell’arancia, ma sono spicchi che si aprono”. Da quì ne deriva “la riforma evangelica delle parrocchie con quello che chiamo il rifare la ‘giostra dei seggiolini’ che adesso non vi posso spiegare, ma intanto vi incuriosisco. Spero – ha concluso – che facciamo tutti uno sforzo per non rimanere soggiogati da uno scenario locale che alla fine non ci permette di essere efficaci”.