Con grande gioia e commozione domenica 19 gennaio è stata riaperta al culto la cattedrale di San Feliciano a Foligno dopo otto anni dal sisma del 2016. La cerimonia ha visto la partecipazione di tantissimi fedeli e molte autorità civili e religiose, tra le il commissario straordinario per la ricostruzione post sisma Guido Castelli e la presidente della Regione Stefania Proietti.
Durante il momento dei saluti istituzionali iniziali, in piazza della Repubblica, il vescovo delle diocesi di Assisi – Nocera Umbra – Gualdo Tadino e di Foligno, monsignor Domenico Sorrentino, ha sottolineato che si tratta di una “giornata bella per la comunità ecclesiale e per la comunità civile. La cattedrale, in qualche modo, per la sua storia e il suo significato non solo ecclesiale, ma anche sociale e culturale, appartiene a tutti. È un segno di unità posto al centro di questa Città ricca di fede, di cultura, di umanità”. “Una giornata – ha aggiunto – che cade all’interno di un anno giubilare, che di per sé dice gioia, anzi giubilo. Anno di cui la cattedrale dev’essere principale espressione e strumento. Varchiamo di nuovo la sua soglia, sapendo di trovarvi il segno della fede dei nostri padri. Di trovarvi soprattutto la grazia di Dio, che il nostro patrono San Feliciano ci otterrà in abbondanza”.
“In questi momenti – ha detto il sindaco di Foligno Stefano Zuccarini – ho potuto parlare con diversi cittadini folignati ed ho notato nel loro sguardo una grande emozione e tanta gioia perché oggi dopo otto anni, dopo gli eventi del terremoto, riapriamo la cattedrale di Foligno che è il luogo dove riposano le spoglie del nostro san Feliciano martire. San Feliciano non è un santo di carta, ma è un Santo nel cuore dei folignati per cui oggi essere qui significa essergli vicino e contribuire ad un altro piccolo pezzo di storia. Questa cattedrale nel tempo, nei secoli ha visto tante vicissitudini, è stata più volte danneggiata, più volte modificata, però non è mai rimasta sola, incompiuta perché tutti i cittadini, le autorità di Foligno nei secoli hanno sempre contribuito per far sì che questa casa fosse sempre perfetta, efficiente e aperta. La cosa più bella – ha concluso il sindaco – è vedere quel portone aperto e vedere la nostra cattedrale piena di luce dopo tanti anni di buio. Questa luce sia la sua luce illumini i nostri spiriti, la nostra anima e ci porti gioia e felicità”.
Il commissario Guido Castelli ha ricordato che “noi oggi veramente celebriamo a Foligno, in questa nobile e antica città, una cosa straordinariamente importante. Diceva Sant’Agostino – ha aggiunto – che Dio abita nel cuore degli uomini. Decenni, secoli fa le persone pensavano che fosse necessario anche garantire a Dio una dimora nelle città. Le cattedrali sono questo: le Case di Dio nella città. Sono case frutto dello sforzo dei folignati, della chiesa. Spesso questi luoghi che erano il luogo del sublime, perché la casa di Dio doveva essere adatta al proprietario a chi la doveva dimorare, erano il frutto degli sforzi economici di tutte le persone. La maggior parte delle persone che contribuivano non vedevano le cattedrali finite perché erano lavori che attraversavano i secoli. Lo dico soprattutto a chi non l’ha mai vista: vedo tanti bambini. Ci saranno folignati di otto, dieci anni che per la prima volta andranno a visitare la Casa di Dio che i loro avi hanno realizzato: questa è una cosa meravigliosa. Il terremoto del 2016 ha lesionato circa 1.200 chiese e grazie alla collaborazione di tutti riusciamo a restituire la cattedrale di Foligno”.
Al termine dei saluti un lungo corteo ha fatto il suo ingresso in cattedrale dove il vescovo Sorrentino, insieme ai vescovi umbri e ai cardinali presenti è sceso nella cripta di San Feliciano per un breve momento di preghiera. Sono seguite la recita della preghiera diocesana e la solenne celebrazione eucaristica presieduta dal vescovo Sorrentino e concelebrata dai cardinali, dai vescovi, dal vicario generale delle diocesi di Assisi – Nocera Umbra – Gualdo Tadini e di Foligno don Giovanni Zampa e da numerosi sacerdoti delle due diocesi sorelle.
“La gioia e la speranza che promanano dall’evento odierno – ha sottolineato il vescovo Sorrentino durante l’omelia – ben si collocano in questo inizio di Giubileo di cui anche questo tempio, come chiesa giubilare, sarà luogo privilegiato. Cattedrale deriva da cattedra. È qui il suo primo significato. Fa riferimento al magistero del vescovo. In ultima analisi, fa riferimento a Gesù e alla sua Parola, come Maria ci ha ricordato nel Vangelo delle Nozze di Cana: “Fate quello che egli vi dirà”. La Cattedrale rinasce perché ci possiamo rimettere con maggiore convinzione alla scuola di Gesù, che il Vescovo umilmente deve rappresentare, orientando la vita della comunità cristiana per garantirne la conformità al Vangelo. Siamo qui, nella cattedrale ringiovanita, a fare innanzitutto un atto di fede. Vogliamo ridirci solennemente che Gesù è per noi, com’egli dice, “via, verità e vita”, e pertanto è la regola della nostra vita”. Il vescovo poi spiegato che la cattedrale “si proietta fuori di sé. In qualche modo – ha detto – lo dice anche la sua maestosità. Essa è per eccellenza luogo sacro ed ecclesiale, ma parla anche alla città. Nella storia, tante volte le cattedrali hanno ospitato assemblee cittadine. Nelle cattedrali si sono dati convegno i migliori artisti dell’architettura, della scultura, della pittura, della musica. Sepolture di personalità eminenti, come qui dei vescovi, ne hanno fatto un archivio monumentale. Le cattedrali sono diventate, nell’Europa cristiana, e poi nelle regioni progressivamente evangelizzate, scrigni di arte e di civiltà. Non sono mancati purtroppo periodi in cui ideologie dissacranti le hanno profanate. Ne è un esempio a Parigi la cattedrale di Notre Dame quando la rivoluzione vi impiantò il culto della dea ragione simboleggiata da una ballerina. Oggi, per la stessa Cattedrale parigina, abbiamo potuto apprezzare l’accordo tra Chiesa e società nel riportarla al suo splendore, nonostante la cornice di secolarismo e laicismo. È come dire che di una cattedrale hanno bisogno insieme la Chiesa e la società. Oggi Foligno torna più bella, più completa, più unita, e speriamo anche più credente. Sia, questa cattedrale tornata a vivere, per la nostra città e l’intera diocesi, l’acqua cambiata in vino del miracolo di Cana, a servizio di una comunità folignate impegnata a garantirsi non soltanto una bella Quintana, ma la gioia di vivere – perché no? – anche in una ordinata prosperità, ma soprattutto nell’unità, nell’onestà e nella pace”.
Al termine della celebrazione sono seguiti i saluti e i ringraziamenti del priore del Capitolo della Cattedrale di San Feliciano monsignor Giuseppe Bertini.
Ad allietare la celebrazione eucaristica la Schola Cantorum Santa Cecilia.