12-10-2008
Tre immagini scorrono nella parabola che la liturgia consegna oggi alla nostra riflessione: la prima è quella di una sala vuota, preparata per una festa cui nessuno partecipa; la seconda immagine è quella della strada, simbolo della via che conduce alla tavola del Regno, imbandita dal Signore stesso con infinita premura; la terza immagine è quella dell’abito nuziale, segno di bellezza, lo ‘splendore di bellezza’ dell’abbandono alla fedeltà di Dio, il quale per mezzo di Cristo ha ‘eliminato la morte per sempre’ (Is 25,8). Quello che più sorprende di questa parabola non è tanto il rifiuto dell’invito alla festa di nozze preparata dal re per suo figlio; ciò che più colpisce non è nemmeno il proposito del re di estendere l’invito a chiunque; quello che più impressiona è il fatto che il re, alla vista di un commensale privo dell’abito nuziale, pur chiamandolo amico ordini di legarlo mani e piedi e di gettarlo fuori nelle tenebre. (Continua…)