Foligno, 2 maggio 2014
CONSIGLIO PASTORALE
‘Erano perseveranti nell’insegnamento degli apostoli e nella comunione, nello spezzare il pane e nelle preghiere’ (At 2,42). Questa è l’icona che raffigura la comunità cristiana delle origini, che, in semplicità e letizia, vive l’essenziale del Vangelo. ‘Questa è l’immagine di Chiesa che il Concilio Vaticano II ha tenuto davanti a sé. Giovanni XXIII e Giovanni Paolo II ‘ ha osservato Papa Francesco nell’omelia tenuta il giorno della loro canonizzazione ‘ hanno collaborato con lo Spirito santo per ripristinare e aggiornare la Chiesa secondo la sua fisionomia originaria, la fisionomia che le hanno dato i santi nel corso dei secoli. Non dimentichiamo che sono proprio i santi che mandano avanti e fanno crescere la Chiesa’.
‘La Chiesa ‘ diceva Benedetto XVI ‘ non cresce per proselitismo, ma per attrazione’. La gioia dell’incontro con Gesù Cristo è contagiosa. ‘La fede ‘ scrive Papa Francesco nell’enciclica Lumen Fidei ‘ si trasmette, per così dire, nella forma del contatto, da persona a persona, come una fiamma si accende da un’altra fiamma’. Quanto questo sia vero lo documentano i racconti pasquali. Il contrasto fortissimo tra la staticità della pietra che sigilla il sepolcro di Gesù e il terremoto che la fa rotolare via genera una grande energia che si estende a tutta la scena, dominata dal movimento. Le donne, spinte dall’amore, vanno alla tomba ma la trovano vuota; tornano indietro e incontrano il Risorto, che affida loro il primo annuncio della gioia pasquale (cf. Mt 28,1-10).
È l’amore che muove tutto! Il movimento è sempre generato dall’amore: dove non c’è amore tutto è fermo e freddo. Persino la vita pastorale, se non è animata dalla ‘fantasia della carità’, si rifugia nel comodo criterio del ‘si è fatto sempre così’, sottraendosi al compito di ‘ripensare gli obiettivi, le strutture, lo stile e i metodi evangelizzatori’.
– Serve una Chiesa capace di ‘guardare lontano’, con la luce e la forza che vengono dal Vangelo, di avere una visione globale della situazione e delle sfide attuali e un modo condiviso di affrontarle, coniugando la sapienza dei secoli e l’esperienza della storia.
– Serve una Chiesa consapevole che ‘la dialettica tra centro e periferie, essenziale all’evangelizzazione, assume una forma propria, cioè la forma evangelica, quando si giunge al centro partendo dalla periferia e per tornare alla periferia‘.
– Serve una Chiesa audace nell’affrontare le sfide pastorali della famiglia nel contesto dell’evangelizzazione, avendo ben chiaro che ‘una individuazione dei fini senza un’adeguata ricerca comunitaria dei mezzi per raggiungerli è condannata a tradursi in fantasia’.
La sollecitudine della Chiesa per la famiglia incomincia da una buona preparazione e da un adeguato accompagnamento degli sposi novelli, nonché dall’esposizione fedele e chiara della dottrina della Chiesa sul matrimonio e sulla famiglia. Occorre accompagnare la pastorale familiare in questa direzione, per aiutare gli sposi cristiani sia a sentire il respiro dell’eternità dentro all’amore umano, sia a prendersi cura dell’iniziazione cristiana dei figli in un’ottica catecumenale. Su tale delicata questione è necessario percorrere vie nuove, senza indugio e con entusiasmo sincero, ‘crescendo nel discernimento dei sentieri dello Spirito’.
‘Lo Spirito santo arriva sempre prima di noi, ci precede ovunque, anche nei posti più lontani’. Basti pensare all’incontro tra Filippo e l’Etiope, funzionario della regina Candace, avvenuto lungo la strada che scende da Gerusalemme a Gaza (cf. At 8,26-40). L’Etiope, seduto sul suo carro a leggere il profeta Isaia, è desideroso di comprendere la Scrittura ma non ci riesce da solo. Filippo, mosso dallo Spirito, si accosta a quel carro e, ‘con dolcezza e rispetto’, accompagna l’Etiope a muovere i primi passi della fede. Scendere da Gerusalemme a Gaza: è uno dei percorsi di ‘conversione missionaria’ che la Chiesa è chiamata a scoprire, cioè ad aprire e a coprire!