La traduzione concreta degli orientamenti pastorali diocesani in progetti e programmi concreti e praticabili è compito degli uffici di curia, che si pongono al servizio delle diverse realtà ecclesiali presenti e operanti nel territorio diocesano, promuovendo lo sviluppo della “pastorale integrata”, intesa come stile della “conversione missionaria della pastorale”. Un prezioso strumento di raccordo e convergenza tra i vari uffici di curia è rappresentato dalla segreteria pastorale diocesana, che svolge non tanto il compito di “motore”, quanto di “cinghia di trasmissione”. Suo prioritario compito è quello di redigere il calendario delle iniziative pastorali, assicurando un’efficace e tempestiva rete di comunicazione”.
La necessità di stabilire, tra i vari uffici di curia, una fitta “rete di comunicazione” nasce dall’esigenza di combattere alcune patologie pastorali, che impediscono di esplorare con coraggio e con gioia la frontiera della “nuova evangelizzazione”:
- l’emorragia pastorale: la resistenza a “camminare insieme secondo la volontà di Dio”;
- l’anemia pastorale: la mancanza di fiducia nel “primato della grazia”;
- l’asma pastorale: la tendenza a moltiplicare “iniziative prive di iniziativa”;
- la miopia pastorale: la carenza di “lungimiranza unita a concretezza”.