Oggi, venerdì 1 maggio 2020 alle ore 18.00, la Diocesi di Foligno celebrerà, in assenza di popolo, la Santa Messa dall’Abbazia di Santa Croce in Sassovivo, insieme alla fraternità dei piccoli fratelli Jesus Caritas. La liturgia verrà trasmessa in streaming sulle pagine Facebook dei mezzi di comunicazione della Diocesi: Diocesi di Foligno, Rgunotizie.it, Gazzetta di Foligno, Radio Gente Umbra.
La Messa sarà disponibile anche attraverso il sito della Diocesi di Foligno: www.diocesidifoligno.it
Cenni storici
Da Foligno, immediatamente dopo l’incrocio della Flaminia con la vecchia Statale 77 Val di Chienti, svoltando a destra e percorrendo una ripida strada asfaltata, dopo circa quattro chilometri si giunge all’imponente complesso abbaziale di S. Croce di Sassovivo, immerso in un parco protetto di rara bellezza. La collocazione dell’Abbazia tra i castelli e le rocche del folignate non è casuale, in quanto la stessa risulta essere stata adattamento di una preesistente residenza fortificata appartenente ai Monaldi, un gruppo parentale di etnia longobarda, che costituiva l’articolazione folignate della grande stirpe comitale degli Attoni Alberici, successivamente Atti, conti di Uppello e di Foligno sin dalla seconda metà del 900.
Le testimonianze storiche ben poco ci dicono sulle origini della comunità e sulle vicende del fondatore.
Di sicuro si sa che nell’ultimo quarto dell’XI secolo iniziò l’esperienza eremitica un certo Mainardo, monaco proveniente presumibilmente dall’eremo di Sitria sul monte Catria.
Lo stesso al culmine della sua vocazione religiosa, abbracciò la regola benedettina e si ritirò in località S. Maria del Vecchio (o de Veccli), posta a trecento metri dalla rocca di Sassovivo e conosciuta dai folignati come “Cappella del Beato Alano”.
È proprio li, che intorno al 1077 il movimento eremitico incominciò a muovere i primi passi.
Negli anni a seguire, l’iniziativa trovò nella famiglia degli Atti, signori della rocca, sostenitori talmente convinti da spingere gli stessi a stipulare nel 1084 un accordo di reciprocità con gli eremiti, così che maturò lo spostamento della comunità monastica da S. Maria del Vecchio al fortilizio che prese il nome di S. Croce di Sassovivo.
Centro di alta spiritualità dal 1000 fino al periodo napoleonico, era considerato dopo Montecassino e Subiaco la più solida roccaforte dell’Ordine Monastico Benedettino. La nascita del monastero coincide con il pontificato di Gregorio VII (1073- 1085) ed acquistò ancor più vigore al tempo di Urbano VI (1088-1099) e Pasquale II (1099-1118).
Arricchito dalle donazioni non solo dei conti di Foligno ma anche dei privati, il monastero raggiunse già nei primissimi anni della sua fondazione un notevole livello economico.
Ben presto l’Abbazia divenne potentissima ed ebbe sotto la sua giurisdizione un gran numero di chiese delle diocesi di Foligno, di Spoleto, delle regioni limitrofe e persino di Roma.
Secondo il Bragazzi, nel secolo XIV, epoca del suo maggior splendore, la Congregazione di Sassovivo, possedeva 18 monasteri abbaziali, 63 monasteri priorali, 48 rettorie e 7 ospedali.
Il vasto patrimonio, qualche migliaio di ettari sparsi per l’Italia centrale, più un numero imprecisato di edifici ed opifici fu gestito in modo alquanto accentrato.
Tutti gli affari di straordinaria amministrazione facevano capo all’abate, unico arbitro al di sopra, di tutto e di tutti. La decadenza del monastero inizia nel 400, allorché la congregazione viene soppressa ed il monastero viene affidato ai benedettini olivetani, che da qui si trasferirono per andare a risiedere in S. Maria in Campis.