Assemblea del Clero – Rasiglia, 26 giugno 2014

Rasiglia, 26 giugno 2014

ASSEMBLEA DEL CLERO

‘La Chiesa ‘ osserva Papa Francesco ‘ ha la responsabilità di tutelare e gestire con attenzione i propri beni alla luce della sua missione di evangelizzazione con particolare premura verso i bisognosi’. La fedeltà a questo principio rimane il primo criterio di valutazione dell’amministrazione e della gestione dei beni ecclesiastici. Occorre vigilare affinché siano amministrati coniugando la prioritaria dimensione carismatico-spirituale alla dimensione economica e all’efficienza, che non tollera sprechi ed è attenta al buon utilizzo delle risorse. Integrità e stabilità, oculatezza e trasparenza sono le credenziali di una sana amministrazione che, a qualsiasi livello, impone a tutti di essere protagonisti e attivi nel vivere e testimoniare il principio di gratuità, che si esprime nella sobrietà, nella ricerca della giustizia e nella gioia dell’essenziale. La Chiesa è sempre stata voce profetica della novità che è Cristo, che si è fatto povero per arricchirci con la sua povertà (cf. 2Cor 8,9).

L’amministrazione dei beni della Chiesa è una fatica ardua in se stessa, che chiede a noi ministri ordinati di essere irreprensibili ed esemplari fino al dettaglio. In questa materia si registrano esempi mirabili di generosità e insieme deplorevoli inadempienze: le scadenze non sono rispettate, gli adempimenti inevitabili sono accompagnati da mormorazioni, richieste urgenti e sensate giacciono troppo a lungo nelle inerzie o nelle dimenticanze, incentivate dalla pigrizia. Talora si ha l’impressione che ‘la disciplina dell’arcano sia più spesso applicata al bilancio parrocchiale che alla gradualità dell’introduzione ai misteri della fede’. Come è edificante, invece, la testimonianza di chi non deve essere continuamente sollecitato o richiamato a compiere il proprio dovere! Come è incoraggiante vedere preti che sono interessati alle necessità della Chiesa e con generosità elargiscono il proprio denaro e incoraggiano l’offerta della gente, perché i poveri siano aiutati e l’annuncio del Vangelo disponga di mezzi proporzionati!

La gestione dei beni ecclesiastici esige di programmare insieme, decidere insieme, verificare insieme. Si tratta di un compito che sollecita la collaborazione di fedeli laici che siano mossi da autentico spirito di servizio, da una lucida mentalità di fede e che godano la stima dei fratelli. Occorre vigilare attentamente perché il gruppo dei collaboratori non finisca per essere così stabile e vincolante da diventare uno schermo che impedisce di vedere il resto della comunità, di percepirne gli umori, di incontrare direttamente le persone. Il servizio che un cristiano rende deve essere utile alla comunità e non invece al desiderio di protagonismo di chi si fa avanti. ‘È meglio invitare chi si ritrae per modestia e discrezione, pur essendo esperto ed affidabile, piuttosto che lasciarsi condizionare da chi si propone con invadenza e presunzione, tanto più se vincoli di parentela o di simpatia insinuano una preferenza non del tutto limpida’. L’affidamento di un incarico sia sempre per un servizio da rendere: non per occupare uno spazio!

‘Sono venuto perché abbiano la vita e l’abbiano in abbondanza’ (Gv 10,10). Un prete deve fare proprie queste parole di Gesù, arrivando a porre questa motivazione come sigillo su tutti i suoi comportamenti. Che non sia facile è inevitabile; che le illusioni siano possibili, anche; che si debba avere pazienza con se stessi, pure. Ma non bisogna abbassare il bersaglio perché non riusciamo ora a raggiungerlo; occorre piuttosto imparare a usare gli strumenti che ci vengono offerti, a individuare gli obiettivi immediati e quelli lontani. Papa Francesco avverte che ‘il popolo santo di Dio ha bisogno di pastori che sorveglino dall’alto, che guardino con l’ampiezza del cuore di Dio; non ha bisogno di un manager, di un amministratore delegato di un’azienda, e nemmeno di uno che stia al livello delle nostre pochezze o piccole pretese’. Non siamo impiegati di un’azienda, incaricati di far funzionare uno stabilimento; siamo espressione della comunità cristiana, mandati dal Signore per offrire ai credenti gli strumenti della comunione con Lui: la Parola e i Sacramenti.

+ Gualtiero Sigismondi, Vescovo di Foligno

26-06-2014