Assemblea Diocesana 2014

“La tua sposa come vite feconda nell’intimità della tua casa, i tuoi figli come virgulti d’ulivo intorno alla tua mensa” (Sal 128,1). Questa benedizione del Salmista dovrebbe essere scolpita sullo stipite della porta di ingresso di ogni casa, che Dio stesso edifica, poiché “se il Signore non costruisce la casa, invano si affaticano i costruttori” (Sal 127,1). Vite e ulivo, due elementi della natura che ammantano le nostre colline, sono simbolo della fecondità di una casa posta sulla roccia di un amore stabile, cioè fedele e indissolubile. La similitudine della casa costruita sulla roccia o sulla sabbia (cf. Mt 7,24-27; Lc 6,46-49) è particolarmente adatta a descrivere, rispettivamente, la condizione ideale della famiglia e la situazione reale in cui versa, aggravata dalla piena della crisi economica ma provocata dal vento contrario delle sfide a cui è sottoposta: dal divorzio all’aborto, dalla fecondazione eterologa alle unioni omosessuali alla ideologia del gender, cioè all’utilizzazione sempre più frequente e grossolana della categoria del “genere” per minimizzare o addirittura dichiarare irrilevante la differenza sessuale. Abbandonando l’inclinazione alla lamentela è necessario denunziare sia l’idea che la famiglia “tradizionale” valga tanto quanto quella “arcobaleno”, sia l’incompatibilità dell’esperienza coniugale con una vita mediocre, sottratta al giudizio evangelico e al confronto col magistero.

La sollecitudine pastorale per la famiglia incomincia da un grande investimento sull’educazione affettiva della gioventù e da una chiara presentazione della dottrina sul matrimonio, secondo la quale la vocazione degli sposi è quella di essere il sacramento dell’amore di Cristo per la Chiesa, “il richiamo permanente di ciò che è accaduto sulla Croce”. Occorre riscoprire e annunciare il Vangelo della famiglia in tutta la sua bellezza, superando una visione riduttiva che la considera come mera destinataria dell’azione pastorale. È all’interno delle pareti domestiche che si tesse la trama delle relazioni umane; è in casa che si forgia la fede e la si trasmette, narrandola “di generazione in generazione” (cf. Sal 145,4). Il coinvolgimento dei genitori, primi rappresentanti dell’amore di Dio, nella trasmissione della fede è, dunque, la sfida ineludibile da affrontare in ogni fase dell’iniziazione cristiana. Pertanto, il rapporto tra parrocchia e famiglia è il nodo cruciale dell’opera pastorale. Su una questione così importante non ci sono soluzioni facili, perché occorre riscrivere i tempi e gli spazi della pastorale familiare, altrimenti “il nostro impegno per la nuova evangelizzazione sarà sempre una rincorsa affannosa”.

All’interno del laboratorio della pastorale familiare occorre dare più luce a tre “stanze”: quella mistagogica, riservata ai “corsi” di preparazione al matrimonio da trasformare in “percorsi” di fede; quella catecumenale, capace di contenere e di coinvolgere i genitori negli itinerari pre e post battesimali dei figli, “evitando però che l’attività con i bambini divenga strumentale per l’incontro con gli adulti”; quella kerygmatica, aperta ad accogliere le situazioni familiari difficili, testimoniando che “la Chiesa non è una dogana” ma è la casa paterna che non conosce “frontiera”, pur esigendo il “visto d’ingresso” dell’abito nuziale (cf. Mt 22,1-14), cioè l’anelito a lasciarsi guidare “a tutta la verità” (cf. Gv 16,13). È impossibile, però, arieggiare queste tre stanze se non si tiene aperta la “sala al piano superiore” (cf. Lc 22,12; At 1,13), dedicata al silenzio della preghiera che rappresenta il banco di prova di una “missione più coraggiosa e creativa”.

Quando il 20 settembre 2013 in questo Santuario, che custodisce le spoglie di Angela da Foligno, ho espresso l’intenzione di celebrare un Sinodo diocesano delle famiglie non potevo immaginare che due settimane dopo, l’8 ottobre, Papa Francesco avrebbe indetto una duplice assemblea generale, straordinaria e ordinaria, del Sinodo dei Vescovi sul tema: Le sfide pastorali sulla famiglia nel contesto della nuova evangelizzazione. Il giorno successivo a questo annuncio, il 9 ottobre, il Papa ha firmato il decreto di conizzazione equipollente della grande Mistica folignate. Questa provvidenziale coincidenza suggerisce di affidare a sant’Angela i Padri sinodali, i quali si accingono a iniziare un lungo e faticoso cammino di discernimento che non ci autorizza, per ora, ad allestire a livello diocesano il cantiere sinodale, ma ci impone di fare della pastorale familiare l’opera segno della “conversione missionaria”.

+ Gualtiero Sigismondi, Vescovo di Foligno

19-09-2014