Il Vaticano II ha proposto una visione profondamente nuova della Chiesa, o meglio ha riproposto la visione profondamente antica, marcando la fondamentale uguaglianza di tutti i membri del popolo di Dio, in cui la comunione delle persone precede la distinzione dei ruoli e ‘mette in rete’ le varie funzioni. Secondo la Lumen gentium la Chiesa è comunione gerarchica, in cui la dimensione istituzionale è inseparabile da quella misterica, ma secondo un rapporto ben chiaro: la struttura è a servizio della comunione, e non viceversa. Pertanto, se la comunione senza l’istituzione sarebbe come un’anima senza corpo, l’istituzione senza la comunione sarebbe come un corpo senza anima: un inerte, gelido cadavere. Il ‘carisma’ dell’istituzione è, per così dire, quello di unificare, diversificando, di abbracciare senza soffocare, di raccogliere e concentrare senza mai trattenere. Non si dà unità più profonda di quella che non spegne le differenze in una assordante dialettica, ma riesce a farle confluire nella melodia polifonica di un solo coro. (Continua…)
19-02-2010