Esequie del dott. Leonello Radi

10-01-2017
Esequie di Leonello Radi – Santuario della Madonna del Pianto, 10 gennaio 2017
 
            “O Signore, Signore nostro, quanto è mirabile il tuo nome su tutta la terra! Che cosa è mai l’uomo perché di lui ti ricordi, il figlio dell’uomo, perché te ne curi?” (Sal 8,2.5). Questa esclamazione del Salmista ha infranto il silenzio di questa liturgia esequiale, in cui l’Autore della Lettera agli Ebrei ci ha assicurato che Cristo stesso è stato “coronato di gloria e di onore a causa della morte che ha sofferto, perché per la grazia di Dio Egli provasse la morte a vantaggio di tutti” (Eb 2,9). Come nella sinagoga di Cafarnao Gesù ha fatto tacere lo spirito impuro (cf. Mc 1,21b-28), così il giorno di Pasqua il Signore ha tolto alla morte il diritto di dire l’ultima parola. Se la morte ha perso il diritto di dire l’ultima parola, la disperazione non ha diritto di cittadinanza!
Fratelli carissimi, la morte è la porta stretta per la quale si accede alla vita eterna. Celebriamo le esequie di Leonello Radi come preghiera di suffragio, carica di speranza per la sua anima, e di conforto per i suoi familiari. Il Signore, che “dispone i tempi del nascere e del morire”, ha reso indissolubile il vincolo coniugale di Leonello con Maria Grazia persino nella morte: sua moglie l’ha preceduto di pochi mesi nel posto riservato ai “servi buoni e fedeli”. Carissimi Luca, Antonello e Laura: le vostre lacrime ci affratellano! Possono esservi di consolazione le parole con cui Baldovino di Canterbury – nel XII secolo – commenta il grido di fede del Cantico dei Cantici: “Forte come la morte è l’amore” (8,6). “Forte è la morte, che è capace di privarci del dono della vita. Forte è l’amore, che è capace di ricondurci ad un miglior uso della vita. Forte è la morte, che è in grado di spogliarci del vestito di questo corpo. Forte è l’amore, che è capace di strappare le nostre spoglie mortali alla morte e restituircele. Forte è la morte a cui nessun uomo è in grado di resistere. Forte è l’amore, al punto da trionfare su di essa, spuntarne il pungiglione, smorzarne la forza, vanificarne la vittoria. Verrà il tempo in cui sarà insultata, quando si potrà dire: Dov’è, o morte, il tuo pungiglione? Dov’è la tua forza? (cf. 1Cor 15,55)”.
Nell’elevare la nostra preghiera di suffragio per Leonello e di conforto per i suoi familiari, ringraziamo il Signore per averci dato in lui un uomo libero, che ha saputo “vivere da laico nella Chiesa e da cristiano nel mondo”: da laico ha ricoperto, con fervore di spirito, l’incarico di Presidente diocesano di Azione Cattolica e da cristiano ha svolto, con intelligenza d’amore, la funzione sia di Direttore generale, sia di Presidente della Cassa di Risparmio di Foligno. Alla scuola di Giorgio La Pira e di Carlo Carretto, a cui Leonello ha aperto la via per giungere a stabilirsi in Umbria, ha appreso che la laicità non è allergica alle fondamentali istanze etiche, le quali più che degli argini sono dei ponti. L’etica si configura “non come un fattore esterno rispetto alle attività temporali, ma come condizione intrinseca di un loro costruttivo svolgimento”. In una conversazione con suo figlio Luca – pubblicata dal Bollettino della Pro Foligno nel n° 2 dell’anno 2016 – Leonello afferma con disarmante chiarezza: “Vedi, Luca, la parola più vicina ad etica è libertà. Anzi, ti dirò di più: avrai una tua etica solo se sarai libero”.
La libertà, soprattutto quella da se stessi, che Leonello ha conservato illibata nel suo servizio ecclesiale e civile è pegno sicuro di vita eterna. La libertà, “segno altissimo dell’immagine divina”, è il sostantivo della gloria eterna, di cui parla san Paolo quando afferma che “la stessa creazione sarà liberata dalla schiavitù della corruzione per entrare nella libertà della gloria dei figli di Dio” (Rm 8,21). La lex orandi insegna che nella vita immortale la libertà sarà “piena e duratura”, sarà “gloriosa”: la libertà non sarà un aggettivo della gloria ma il suo sostantivo!
Fratelli carissimi, il testamento olografo di Leonello è Nemetria, un progetto finalizzato a ravvivare la consapevolezza che “l’economia e il mercato non possono essere mai disgiunti dalla solidarietà”. Nemetria è un “progetto da portare avanti con costanza e impegno”: questa è l’eredità che Leonello lascia alla nostra città in questa celebrazione esequiale, che si svolge davanti al simulacro della Madonna del Pianto. Chissà quante volte Leonello sarà venuto in questo luogo per affidare a Maria le lacrime di gioia e di dolore della sua preghiera? Oggi la Vergine Santissima, a cui il Signore ha lasciato i “diritti d’autore” sulle lacrime del nostro pianto, toglierà dalle mani di Leonello il bilancio consuntivo della sua vita e gli porrà davanti agli occhi quello preventivo della “libertà della gloria dei figli di Dio”. 
 
+ Gualtiero Sigismondi