Ringrazio il Sindaco di Foligno, Avv. Stefano Zuccarini, per le cortesi parole di saluto che mi ha rivolto nell’imminenza del trasferimento nella Diocesi di Orvieto-Todi. Obbedire significa partire e partire vuol dire un po’ morire, non per quello che l’obbedienza chiede ma per quanto la gratitudine esige. L’emergenza sanitaria mi ha permesso di distribuire, in un ampio arco di tempo, la sofferenza del distacco da questa città che ho profondamente amato, scoprendone sia la bellezza del territorio, sia la ricchezza del patrimonio culturale e del tessuto sociale. Benché io non sia Etrusco, ma Umbro, essendo nato alla sinistra del Tevere, a Bastia, tuttavia sono cresciuto a Perugia; Bastia, per il Centro fieristico, e Perugia, per la sua egemonia di capoluogo di Regione, sono città a cui Foligno ricorda di essere “lu centru de lu munnu”. Il 5 ottobre del 2008 sono arrivato a Foligno con questo “bagaglio”; mi è servito poco tempo per inserire il Topino nel mio albero genealogico. Come vescovo ho sposato questa città e con sincerità di cuore mi sono impegnato a servire la Chiesa diocesana avendo come unico criterio quello indicato dal Signore: “fino alla fine”.
Il rapporto con le precedenti amministrazioni e con quella che, attualmente, governa la nostra città è sempre stato corretto, senza invasioni di campo. La collaborazione tra la comunità politica e quella ecclesiale si realizza, infatti, nel leale rispetto della loro reciproca indipendenza. “Alla società – osserva p. Francesco Occhetta SJ – il cattolico non fornisce collateralismo al potere, ma lievito e servizio al popolo”. Per la sua naturale missione la Chiesa non è e non intende essere un agente politico, e tuttavia ha un interesse profondo per il bene della comunità civile. Opera in modo da non intromettersi in sfere che non le competono, ma non consente restrizioni alla propria libertà di annunciare il Vangelo apertamente.
Qualche giorno fa sono salito su un attico non lontano dalla Cattedrale di San Feliciano per abbracciare con sguardo benedicente la città di Foligno. Accanto al Duomo, prossimamente, una gru farà compagnia alla cupola, al campanile e alla torre del Municipio: lei, Signor Sindaco, potrà vederla da vicino, dalla finestra del suo studio; io saluterò questo evento, atteso dal popolo folignate, con gioia grande anche se con un po’ di nostalgia. Ma il Signore chiede ai discepoli di partire da ogni città e luogo senza voltarsi indietro; osserverò con cura questa regola evangelica, assicurando, però, di continuare a custodire nel cuore quanti, finora, ho portato anche sulle spalle.
Nella persona del Sindaco saluto tutte le istituzioni civili e militari di Foligno e lo faccio con le parole del Presidente della Repubblica, Sergio Mattarella: “La democrazia vive e si alimenta di confronto fra posizioni diverse. Ma c’è qualcosa che viene prima della politica e che segna il suo limite. Qualcosa che non è disponibile per nessuna maggioranza e per nessuna opposizione: l’unità morale, la condivisione di un unico destino, il sentirsi responsabili l’uno dell’altro”.
+ Gualtiero Sigismondi