10-04-2016
Gazzetta di Foligno – 130 anni di storia
130 anni di vita per un settimanale sono un traguardo lusinghiero, tagliato alla presenza del dott. Francesco Zanotti, presidente della FISC, che saluto cordialmente. Quando sono giunto a Foligno pensavo che la Gazzetta fosse uno dei tanti campanili che abbelliscono il territorio; ben presto ho inteso che il suono delle sue campane talora è forte come quello di una sirena. La storia di questo settimanale di informazione politica, religiosa, culturale si identifica con quella della nostra città: una storia che la Gazzetta non si limita a raccontare ma che contribuisce a scrivere. Tutti i folignati, anche quelli che non sono abbonati o hanno scelto di non esserlo più, sbirciano con attenzione la locandina della Gazzetta davanti alle edicole delle nostre piazze. Sono grato al Direttore, dott. Enrico Presilla, e a tutta la Redazione per la passione, la competenza e l’affiatamento con cui il settimanale viene pensato e scritto, senza rinunciare alla sua libertà, alla sua autonomia, alla sua fisionomia e alla sua capacità di rinnovarsi.
In questa circostanza è doveroso chiedersi quale sia il segreto della Gazzetta, che nella sua lunga vita ha superato indenne mutamenti di indirizzo ecclesiale, di governo cittadino e nazionale e di stile, conservando una linea battagliera, mai acquiescente nei confronti del potere. Credo che la risposta sia nell’aver sempre saputo interpretare al meglio la caratteristica di un settimanale cattolico, che è la capacità di vivere nel dialogo guardando con gli occhi del Vangelo ai fatti della vita di ogni giorno e parlando agli uomini di ogni tempo. La Gazzetta non ha mai cessato di essere – scriveva mons. Michele Faloci Pulignani il 2 gennaio 1886 nel primo numero – “libera voce che senza sottintesi e senza paure propugna e difende non pure interessi economici e materiali, ma quelli che di questi interessi sono tanto più nobili e importanti, cioè i religiosi e i morali”. Io stesso, il 22 luglio 2009, davo alla nuova redazione della Gazzetta, affidandone la direzione al dott. Enrico Presilla e il coordinamento editoriale al prof. Antonio Nizzi, il compito di “puntare in alto, resistendo alla seduzione di guardare o a destra o a sinistra o al centro”, per esprimere con voce libera il “rapporto reale tra Chiesa locale e vita del territorio”. Posta nel punto d’incontro tra Chiesa e società, la Gazzetta ha la missione, così ben delineata dalla Redazione il 13 gennaio 1917, di “essere un periodico perfettamente cattolico ed insieme un giornale eminentemente cittadino”.
Il più sentito augurio che si possa fare alla Gazzetta lo traggo da un discorso del beato Paolo VI, il quale in occasione della costituzione della FISC, il 26 novembre 1966, ebbe ad esprimersi in questi termini, tanto puntuali quanto attuali: “Noi non sappiamo pensare ad un settimanale diocesano senza ricordarci delle parabole evangeliche del piccolo seme, che cresce fino a prendere misura e funzione di pianta, e del fermento immesso nella pasta, a cui infonderà sviluppo e sapore nuovi. Al Regno dei cieli mancano spesso i grandi mezzi, di cui dispone il regno della terra. Vogliamo dire che la nostra causa cattolica, anche nello sforzo per la sua validità e per la sua estensione, manca normalmente di mezzi proporzionati al suo merito e al suo bisogno; essa vive e combatte con strumenti inadeguati, che spesso più la umiliano che non la esaltino. Ma non è questo nell’economia del Vangelo? Se la causalità divina, che il messaggio evangelico porta con sé, deve svelarsi per quel prodigio che documenta la sua divina interiore virtù, la modestia dei mezzi temporali più giova che non nuoccia. Questo sia detto per rincuorare la nostra fiducia, non per indulgere alla nostra pigrizia; cercheremo sempre di fornire alla buona causa, al cui servizio militiamo, ogni migliore strumento ed ogni più efficiente collaborazione anche temporale, ma non perderemo né la fierezza né il coraggio del nostro umile e spericolato combattimento, se dovremo ricorrere alla fionda di Davide, piuttosto che alle formidabili armi della potenza mondana”.
Auguro alla Gazzetta di Foligno, di approfondire, con la chiarezza e l’autorità delle idee, la “spiritualità della fionda” e di continuare ad “abitare la piazza”, che è lo spazio dove si affacciano le istituzioni civili, la Chiesa, la cultura, l’economia e ogni ambito di vita degli uomini. Grazie alla Gazzetta, unico punto d’incontro cittadino tra idee, fatti, piccole e grandi storie, gli eventi della vita di ogni uomo, della nostra città e del mondo possono essere illuminati con la luce del Vangelo, che solo può interpretare tante vicende umane, attraverso uno stile e un linguaggio, in rapido e costante aggiornamento, che si rivolgono ad ogni persona, senza esclusioni.
In questa circostanza è doveroso chiedersi quale sia il segreto della Gazzetta, che nella sua lunga vita ha superato indenne mutamenti di indirizzo ecclesiale, di governo cittadino e nazionale e di stile, conservando una linea battagliera, mai acquiescente nei confronti del potere. Credo che la risposta sia nell’aver sempre saputo interpretare al meglio la caratteristica di un settimanale cattolico, che è la capacità di vivere nel dialogo guardando con gli occhi del Vangelo ai fatti della vita di ogni giorno e parlando agli uomini di ogni tempo. La Gazzetta non ha mai cessato di essere – scriveva mons. Michele Faloci Pulignani il 2 gennaio 1886 nel primo numero – “libera voce che senza sottintesi e senza paure propugna e difende non pure interessi economici e materiali, ma quelli che di questi interessi sono tanto più nobili e importanti, cioè i religiosi e i morali”. Io stesso, il 22 luglio 2009, davo alla nuova redazione della Gazzetta, affidandone la direzione al dott. Enrico Presilla e il coordinamento editoriale al prof. Antonio Nizzi, il compito di “puntare in alto, resistendo alla seduzione di guardare o a destra o a sinistra o al centro”, per esprimere con voce libera il “rapporto reale tra Chiesa locale e vita del territorio”. Posta nel punto d’incontro tra Chiesa e società, la Gazzetta ha la missione, così ben delineata dalla Redazione il 13 gennaio 1917, di “essere un periodico perfettamente cattolico ed insieme un giornale eminentemente cittadino”.
Il più sentito augurio che si possa fare alla Gazzetta lo traggo da un discorso del beato Paolo VI, il quale in occasione della costituzione della FISC, il 26 novembre 1966, ebbe ad esprimersi in questi termini, tanto puntuali quanto attuali: “Noi non sappiamo pensare ad un settimanale diocesano senza ricordarci delle parabole evangeliche del piccolo seme, che cresce fino a prendere misura e funzione di pianta, e del fermento immesso nella pasta, a cui infonderà sviluppo e sapore nuovi. Al Regno dei cieli mancano spesso i grandi mezzi, di cui dispone il regno della terra. Vogliamo dire che la nostra causa cattolica, anche nello sforzo per la sua validità e per la sua estensione, manca normalmente di mezzi proporzionati al suo merito e al suo bisogno; essa vive e combatte con strumenti inadeguati, che spesso più la umiliano che non la esaltino. Ma non è questo nell’economia del Vangelo? Se la causalità divina, che il messaggio evangelico porta con sé, deve svelarsi per quel prodigio che documenta la sua divina interiore virtù, la modestia dei mezzi temporali più giova che non nuoccia. Questo sia detto per rincuorare la nostra fiducia, non per indulgere alla nostra pigrizia; cercheremo sempre di fornire alla buona causa, al cui servizio militiamo, ogni migliore strumento ed ogni più efficiente collaborazione anche temporale, ma non perderemo né la fierezza né il coraggio del nostro umile e spericolato combattimento, se dovremo ricorrere alla fionda di Davide, piuttosto che alle formidabili armi della potenza mondana”.
Auguro alla Gazzetta di Foligno, di approfondire, con la chiarezza e l’autorità delle idee, la “spiritualità della fionda” e di continuare ad “abitare la piazza”, che è lo spazio dove si affacciano le istituzioni civili, la Chiesa, la cultura, l’economia e ogni ambito di vita degli uomini. Grazie alla Gazzetta, unico punto d’incontro cittadino tra idee, fatti, piccole e grandi storie, gli eventi della vita di ogni uomo, della nostra città e del mondo possono essere illuminati con la luce del Vangelo, che solo può interpretare tante vicende umane, attraverso uno stile e un linguaggio, in rapido e costante aggiornamento, che si rivolgono ad ogni persona, senza esclusioni.
+ Gualtiero Sigismondi